da redazione click | 3 Mag 2017 | News
Emoticon, faccine, emoji o smile … Sono solo un vezzo della nuova comunicazione? O forse raccontano di più? La comunicazione ha esigenza di sintesi e c’è chi riconosce nell’emoticon una risposta. Fin dai tempi antichi si è comunicato con le immagini, queste faccine potrebbero magari essere i nuovi geroglifici La nascita dell’emoticon sembra risalire agli inizi degli anni ’80 ed alle prime mail inviate da informatici pionieri Proprio in quegli anni i meno giovani possono ricordare il proliferare di magliette e cappellini con lo smile stampato in tanti colori. La cultura pop di quegli anni colorati ed eccentrici ha forse contribuito a disegnare il contenuto dei nostri sms. I primi utilizzi dell’emoticon erano limitati dai device ed erano solo punti e linee oggi sono colorate e variegate sui nostri smartphone. Nella cultura occidentale si è affinata sempre più l’arte dello scrivere, oggi purtroppo questo valore si sta tralasciando sempre più, la priorità è sempre l’immediatezza, siamo forse ad un giro di boa. Gli utenti sono bombardati di informazioni che provengono dalle fonti più disparate e in tutti i momenti della giornata: a lavoro dal PC, nel tempo libero dal telefono, sul divano tramite tv o tablet. Questo proliferare di input ha creato nuove modalità di ingaggio e reazione da parte del target, la soglia di attenzione critica è stimata in 8 secondi, in questa manciata di attimi decidiamo se approfondire la notizia o se scorrere avanti. Sembra quasi una rincorsa, ma è inequivocabile che arrivare nella seconda pagina di google significa non essere trovati. Una faccina aiuta la comprensione, esprime un’emozione, suggerisce una chiave di lettura di un messaggio:...